La Fusion Art Gallery - Inaudita presenta Corpo Estraneo, mostra personale di Michele Tajariol vincitore di States Of Mind_Prize a cura di Petra Cason Olivares. Il progetto STATES OF MIND_PRIZE è realizzato con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, e si avvale del patrocinio di PAV – Parco Arte Vivente (Torino) e dell’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia).
La mostra rientra nei circuiti di NEsxT, COLLA, ContemporaryArt Torino e Piemonte.
La mostra rientra nei circuiti di NEsxT, COLLA, ContemporaryArt Torino e Piemonte.
Michele Tajariol website
States of Mind_ Prize website Fusion / Inaudita è un progetto di Associazione INAUDITA In collaborazione con: Edizioni Inaudite, COLLA/To contemporary art network NEsxT / Independent Art Network ContemporaryArt Torino+Piemonte Speciale Autunno |
"Costruire altri se stessi è la prima forma di rinuncia a sé. Another from Myself è parte di un progetto che si muove tra istanze individualiste e collettive. Per sfuggire alla solitudine del sentirsi semplicemente un individuo, non riconosciuto dall’altro, egli cerca di realizzare una maschera che gli consenta di costruire relazioni. In questo continuo esercizio di emancipazione, egli non si rende conto che modellare e deformare la propria maschera lo conduca distante dalla sua natura e, di conseguenza, elude un vero dialogo verso l’altro." - Michele Tajariol
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– Petra Cason Olivares La prima edizione del Premio di arte contemporanea STATES OF MIND per artisti Under 35, promosso dal Festival Gli Stati della Mente e curato da Petra Cason Olivares, ha visto vincitore l’artista friulano Michele Tajariol, scelto da una giuria composta da critici, docenti e curatori, tra i 15 finalisti di oltre 150 adesioni. STATES OF MIND indagava il tema della marginalità dell’essere - lo stato di limbo che provoca nell’individuo un costante senso di tensione alla ricerca – attraverso una narratività ampia e libera di esprimersi. Michele Tajariol, con la sua opera vincitrice, ha pienamente accolto le premesse dichiarate dal Premio: UNTITLED-SELF scardina i preconcetti dello spettatore che, nel trovarsi di fronte ad un “anti-ritratto” nel quale colori, sembianze, fisionomie riconoscibili saltano, si interroga inconsciamente sui parametri che da sempre consentono all’Uomo di riconoscere se stesso ponendosi di fronte – in relazione – all’Altro, e nell’Altro riconoscersi. Quanto incide, in ciascuno di noi, la prossimità con l’Altro nel proprio percorso di ricerca? Può essere questo, un primo e stimolante interrogativo a proposito dell’opera di Michele Tajariol. “Corpo estraneo”, racchiude in sé non solo un nucleo di opere realizzate durante il periodo di residenza artistica compiuto negli spazi della Fusion Art Gallery - Inaudita, quanto la sintesi di un ininterrotto processo di analisi, che porta l’artista a confrontarsi costantemente, e in maniera sempre nuova, inattesa, con media e linguaggi differenti, con una libertà e coerenza che gli appartiene. Al di là dei mezzi che Tajariol indaga, è il significato profondo del “gesto” ciò che affiora in superficie nel suo lavoro “Corpo estraneo”: un gesto solo percepito, perché negato allo sguardo nel momento del suo compiersi. L’opera raccoglie in sé, esaustivamente, il distillato di un processo composito che alterna la creazione e la distruzione – costante, ripetitiva, mai uguale a se stessa – della forma che si fa essenza. Nel “corpo estraneo” ogni paio di occhi può riconoscere una narrazione che, per certi versi, gli appartiene: quanto incide, in noi, la prossimità con l’Altro, nel processo di auto-riconoscimento, e di comprensione di ciò che è Altro da Sé? |
Grumo effimero
– Barbara Fragogna Avere davanti a sé (addosso) un grumo effimero che rincorre un volto sul volto sul corpo, la pelle, la creta, l’oggetto, il soggetto è un po’ un sogno incubato. Sento il peso e l’odore della materia, la gravità che preme verso il basso. Un’idea d’identità aliena (ma allo stesso tempo ego e alter ego) attraverso l’utilizzo della maschera del doppio del triplo del multiplo, del camouflage come crosta modellabile che copre e scopre, nasconde, soffoca, chiude, macera e fermenta, innesca meccanismi alchemici, trasmuta, reinventa e ricrea un io in cui ogni personalità diventa impossibile. Una soluzione che è una fuga invalida che non risolve la crisi esistenziale dell’essere umano immerso in una società/attualità già distopica. La sottolinea. Una via d’uscita, un fallimento o un monito? Un circolo perverso, una ricerca infruttifera, annientamento, salto mortale e rincorsa. Il “sopra-tra-volto” (la struttura metallica, la gabbia, il legno, la cinghia, linea chiusa o aperta) è una crisalide (più falena che farfalla), dentro e sotto c’è il movimento, la spinta, il rovello. La testa è il centro del corpo, il corpo è centro e fulcro cosmico, la scatola cranica è l’origine del pensiero, la dannazione e la rivalsa. Ma la concrezione superficiale s’incunea, traspira osmotica, è corpo, arto, essudazione concettuale, verità più vera, domanda della domanda, desiderio realizzabile non mistico ma concreto, è illusione e delirio, cieco palpabile contratto per scendere a patti con ciò che non si è. Anche se un attimo. |
ARTIST IN RESIDENCE_ SETTEMBRE 2019
BIO | Michele Tajariol
Pordenone 1985
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara, proseguendo la formazione in Giappone alla Tokyo Zokey University. La sua iniziale ricerca lo porta ad affrontare il linguaggio della scultura attraverso la rivisitazione di oggetti che decontestualizzano spazi o luoghi affettivi. Una idea di scultura che si basa sulla composizione di differenti materiali e oggetti comuni. L’identità di scultura-oggetto ha dirottato il linguaggio dell’artista verso l’uso di quest’ultima a una finalità performativa e fotografica, in cui egli stesso mette a confronto corpo ed opera per una unica oggettualità di sintesi visiva. Espone in Italia ed all’estero, in sedi private e pubbliche, collaborando inoltre con altri artisti nella progettazione e realizzazione di installazioni. Alcune delle più importanti esposizioni degli ultimi anni sono le seguenti: Palinsesti 2017, San Vito al Tagliamento. Not Only Decoration Vienna. Filando i remi, Galleria A. Pizzinato Pordenone. L’anello di Cupra, Museo di Fermo. Nuovi Orizzonti, Museo Revoltella Trieste. Intervallo di confidenza, GC.AC Galleria Comunale d’arte Contemporanea di Monfalcone. Walking, arte in cammino, Tolmezzo. Co:operation garnish, Baltimore Jewelry Center Gallery, Maryland, America. Ibidem, Fondazione Ado Furlan, Pordenone. 98ma Collettiva Giovani Artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa. NASR, Kilowatt Festival, programma Kilow’art, Sansepolcro. JCE Jeune Création Européenne, ‘13-’15. Smuggling Anthologies ’13 ’15, MMSU Rijeka (Croazia), Idrija (Slovenia), Trieste Contemporanea (Italia). Premio Francesco Fabbri per le Arti Emergenti, Pieve di Soligo. Essere o non essere Premio Terna 05, Tempio di Adriano, Roma.
Pordenone 1985
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara, proseguendo la formazione in Giappone alla Tokyo Zokey University. La sua iniziale ricerca lo porta ad affrontare il linguaggio della scultura attraverso la rivisitazione di oggetti che decontestualizzano spazi o luoghi affettivi. Una idea di scultura che si basa sulla composizione di differenti materiali e oggetti comuni. L’identità di scultura-oggetto ha dirottato il linguaggio dell’artista verso l’uso di quest’ultima a una finalità performativa e fotografica, in cui egli stesso mette a confronto corpo ed opera per una unica oggettualità di sintesi visiva. Espone in Italia ed all’estero, in sedi private e pubbliche, collaborando inoltre con altri artisti nella progettazione e realizzazione di installazioni. Alcune delle più importanti esposizioni degli ultimi anni sono le seguenti: Palinsesti 2017, San Vito al Tagliamento. Not Only Decoration Vienna. Filando i remi, Galleria A. Pizzinato Pordenone. L’anello di Cupra, Museo di Fermo. Nuovi Orizzonti, Museo Revoltella Trieste. Intervallo di confidenza, GC.AC Galleria Comunale d’arte Contemporanea di Monfalcone. Walking, arte in cammino, Tolmezzo. Co:operation garnish, Baltimore Jewelry Center Gallery, Maryland, America. Ibidem, Fondazione Ado Furlan, Pordenone. 98ma Collettiva Giovani Artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa. NASR, Kilowatt Festival, programma Kilow’art, Sansepolcro. JCE Jeune Création Européenne, ‘13-’15. Smuggling Anthologies ’13 ’15, MMSU Rijeka (Croazia), Idrija (Slovenia), Trieste Contemporanea (Italia). Premio Francesco Fabbri per le Arti Emergenti, Pieve di Soligo. Essere o non essere Premio Terna 05, Tempio di Adriano, Roma.
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STATES OF MIND_PRIZE
FUSION/INAUDITA e MICHELE TAJARIOL Al di là dell’innegabile valore e merito di tutti i lavori degli artisti selezionati dalla commissione, la scelta di Fusion / Inaudita va a Michele Tajariol perchè nella sua opera troviamo connessioni sia formali che concettuali in linea con la nostra visione artistica e curatoriale che molto spesso predilige l’approccio del “personale politico”. Condividiamo l’interesse e l’indagine de Gli Stati della Mente per ciò che riguarda il rapporto dell’artista/essere umano con il Limbo che lo rende duale, il discollamento tra l’immagine intima e la sua proiezione sociale e la difficoltà paradossale di essere capaci di specchiarsi in sè con lo scopo di creare un dialogo “onesto” con l’altro. Ponendo il focus su un’idea di identità quasi aliena da Sè (ma allo stesso tempo ego ed alter ego) attraverso l’utilizzo della maschera del camouflage come seconda pelle che copre, nasconde, soffoca, chiude, macera, innesca meccanismi alchemici, trasmuta, reinventa e ricrea un’identità in cui ogni "volto" diventa possibile, l’artista riesce a mostrarci una via d’uscita, una soluzione valida per poter risolvere la crisi esistenziale dell’essere umano immerso in una società/attualità già distopica. Il “sopra-volto” è una crisalide, all’interno vi troviamo il movimento, la spinta, il pensiero. La testa è il centro, la scatola cranica è l’origine, la dannazione e la rivalsa. Ma la crosta superficiale è anche pelle, essudazione concettuale, verità più vera, domanda della domanda, desiderio realizzabile non utopico e quindi concreto. Ci interessa questa capacità di sondare l’individuo partendo dall’esperienza privata. Ci interessa che ci sia questa immobilità del ritratto che desume un’enorme fermento interiore, ci interessa la poesia e il turbine, l’esuberanza del colore e la capacità di entrarsi dentro per catapultarsi oltre. Siamo felici di avere Michele con noi a Torino per poterci confrontare con lui e per capire un po’ di più il suo pensiero.. |
STATES OF MIND_PRIZE
Il progetto STATES OF MIND_PRIZE è realizzato con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, e si avvale del patrocinio di PAV – Parco Arte Vivente (Torino) e dell’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia).
“Racconti Limbici”, sottotitolo del Premio States of Mind, si articola come raccordo tra l’esperienza espositiva prettamente dedicata alle arti visive contemporanee ed il bacino culturale e sociale del Festival “Gli Stati della Mente”, promosso dall’associazione culturale vicentina Laboratorio Arka, che nell’ultimo biennio ha irrorato il tessuto della città di Vicenza con una riflessione poetica e scientifica intorno ai temi della cosiddetta “salute mentale”, grazie anche alla collaborazione con l’Azienda ULSS 8 Berica e lo stesso Comune di Vicenza, entrambi enti patrocinatori del progetto.
Creato un terreno di adesione e coinvolgimento della città attraverso l’approfondimento del tema durante il periodo del Festival attraverso il cinema, il teatro, la musica e la danza, il Premio States of Mind rappresenta sicuramente il momento sperimentale più radicale dell’intero progetto 2018/2019.
Come? Semplicemente chiedendo agli artisti di essere ciò che sono e dedicando al momento espositivo la raffinatezza di uno spazio palladiano nel cuore effettivo e metaforico di Vicenza: luogo deputato ad accogliere la mostra è stato, infatti, il cinquecentesco Palazzo Valmarana Braga, nel centralissimo corso Fogazzaro.
“Racconti Limbici” diventa per gli autori una traccia da interpretare: la possibilità di mettere a frutto attraverso un’opera d’Arte quella sensibilità che spesso sfugge o si discosta, rimanendo elusa. Si tratta di raccontare zone del pensiero e della vita che fanno del confronto con il limite ed il “margine” un momento rischioso ma nutriente di relazione con l’alterità e con l’imprevedibile.
Tale metodo è stato il filo conduttore dell’intero processo: dalla genesi delle opere, al loro entrare in discussione con gli spazi palladiani, fino al momento della fruizione della mostra, che non può certo definirsi canonica.
Apposite visite guidate con la curatrice Petra Cason hanno illustrato il percorso delle opere con opportuni approfondimenti e dibattiti. Al visitatore solitario, nei suoi opportuni silenzi, si è voluto offrire un punto interrogativo sul procedere della sperimentazione del linguaggio poetico. Occasione rara in un contesto che ha visto rassegne sull’arte moderna, già ben storicizzata, ma avulso da ogni riflessione sulle avanguardie più attuali della proposta artistica.
Le adesioni degli artisti, oltre 170, rappresentano un primo traguardo importante, come la soddisfazione – a mostra allestita – dei 15 selezionati. Importante il rapporto con partner istituzionali come PAV – Parco Arte Vivente, Fondazione Bevilacqua La Masa, e Archivio Viafarini per la diffusione, in termini qualitativi, del bando a livello nazionale. Altrettanto importante il lavoro della commissione di esperti che ha provveduto a selezionare le 15 opere finaliste. Per scelta della Curatrice del Premio, Petra Cason, la giuria si è venuta determinando sulla base di comprovate qualità professionali nel campo dell’arte, a livello di docenza accademica, attività curatoriale indipendente e istituzionale. Pertanto la commissione, composta da Orietta Brombin, Simona Bordone, Luigi Viola, Gabi Scardi e Riccardo Caldura ha selezionato le opere di Camilla Alberti, Fulvio Ambrosio, Martina Antonioni, Alisia Cruciani, Cristina Cusani, Chiara Enzo, Giovanni Ferrara, Aischa Gianna Muller, Matteo Pizzolante, Eleonora Quadri, Fabio Ranzolin, Nuvola Ravera, Eleonora Roaro, Michele Tajariol, Matteo Vettorello.
Come vuole la logica del Premio, che ha inteso promuovere e sostenere l’attività artistica under 35, c’è un vincitore, Michele Tajariol. Evitando con coraggio la richiesta economica di una quota di partecipazione, ritenuta offensiva della dignità autoriale, non si è voluto incardinare un premio in danaro, piuttosto gettare un ponte: l’artista verrà sostenuto per un periodo di residenza e per la realizzazione di una mostra personale presso una struttura accreditata, la Fusion Art Gallery / INAUDITA di Torino.
Il progetto STATES OF MIND_PRIZE è realizzato con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, e si avvale del patrocinio di PAV – Parco Arte Vivente (Torino) e dell’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia).
“Racconti Limbici”, sottotitolo del Premio States of Mind, si articola come raccordo tra l’esperienza espositiva prettamente dedicata alle arti visive contemporanee ed il bacino culturale e sociale del Festival “Gli Stati della Mente”, promosso dall’associazione culturale vicentina Laboratorio Arka, che nell’ultimo biennio ha irrorato il tessuto della città di Vicenza con una riflessione poetica e scientifica intorno ai temi della cosiddetta “salute mentale”, grazie anche alla collaborazione con l’Azienda ULSS 8 Berica e lo stesso Comune di Vicenza, entrambi enti patrocinatori del progetto.
Creato un terreno di adesione e coinvolgimento della città attraverso l’approfondimento del tema durante il periodo del Festival attraverso il cinema, il teatro, la musica e la danza, il Premio States of Mind rappresenta sicuramente il momento sperimentale più radicale dell’intero progetto 2018/2019.
Come? Semplicemente chiedendo agli artisti di essere ciò che sono e dedicando al momento espositivo la raffinatezza di uno spazio palladiano nel cuore effettivo e metaforico di Vicenza: luogo deputato ad accogliere la mostra è stato, infatti, il cinquecentesco Palazzo Valmarana Braga, nel centralissimo corso Fogazzaro.
“Racconti Limbici” diventa per gli autori una traccia da interpretare: la possibilità di mettere a frutto attraverso un’opera d’Arte quella sensibilità che spesso sfugge o si discosta, rimanendo elusa. Si tratta di raccontare zone del pensiero e della vita che fanno del confronto con il limite ed il “margine” un momento rischioso ma nutriente di relazione con l’alterità e con l’imprevedibile.
Tale metodo è stato il filo conduttore dell’intero processo: dalla genesi delle opere, al loro entrare in discussione con gli spazi palladiani, fino al momento della fruizione della mostra, che non può certo definirsi canonica.
Apposite visite guidate con la curatrice Petra Cason hanno illustrato il percorso delle opere con opportuni approfondimenti e dibattiti. Al visitatore solitario, nei suoi opportuni silenzi, si è voluto offrire un punto interrogativo sul procedere della sperimentazione del linguaggio poetico. Occasione rara in un contesto che ha visto rassegne sull’arte moderna, già ben storicizzata, ma avulso da ogni riflessione sulle avanguardie più attuali della proposta artistica.
Le adesioni degli artisti, oltre 170, rappresentano un primo traguardo importante, come la soddisfazione – a mostra allestita – dei 15 selezionati. Importante il rapporto con partner istituzionali come PAV – Parco Arte Vivente, Fondazione Bevilacqua La Masa, e Archivio Viafarini per la diffusione, in termini qualitativi, del bando a livello nazionale. Altrettanto importante il lavoro della commissione di esperti che ha provveduto a selezionare le 15 opere finaliste. Per scelta della Curatrice del Premio, Petra Cason, la giuria si è venuta determinando sulla base di comprovate qualità professionali nel campo dell’arte, a livello di docenza accademica, attività curatoriale indipendente e istituzionale. Pertanto la commissione, composta da Orietta Brombin, Simona Bordone, Luigi Viola, Gabi Scardi e Riccardo Caldura ha selezionato le opere di Camilla Alberti, Fulvio Ambrosio, Martina Antonioni, Alisia Cruciani, Cristina Cusani, Chiara Enzo, Giovanni Ferrara, Aischa Gianna Muller, Matteo Pizzolante, Eleonora Quadri, Fabio Ranzolin, Nuvola Ravera, Eleonora Roaro, Michele Tajariol, Matteo Vettorello.
Come vuole la logica del Premio, che ha inteso promuovere e sostenere l’attività artistica under 35, c’è un vincitore, Michele Tajariol. Evitando con coraggio la richiesta economica di una quota di partecipazione, ritenuta offensiva della dignità autoriale, non si è voluto incardinare un premio in danaro, piuttosto gettare un ponte: l’artista verrà sostenuto per un periodo di residenza e per la realizzazione di una mostra personale presso una struttura accreditata, la Fusion Art Gallery / INAUDITA di Torino.