DAVIES ZAMBOTTI // Scomodi Dialoghi
dal 9.6 al 28.7.2018 |
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"Scomodi dialoghi" il viaggio notturno di Davies Zambotti nel buio dell'anima
di Olga Gambari pubblicato su La Repubblica il 19.7.2018 L’installazione “Scomodi dialoghi” è un viaggio nel tempo e nella sua diversa e possibile percezione. Avvolge tutta la galleria trasformandola in uno spazio fisico e mentale insieme, dove si entra e ci si mette in strada. L’artista Davies Zambotti, che arriva dalla regia cinematografica, infatti racconta di un lungo viaggio nella notte, a bordo di una macchina. Si sale a bordo e si va in giro per strade e paesaggi notturni. La mostra è un percorso di fotografia, video e parole, impregnato dalle atmosfere di Ozu, Lynch, Antonioni e Bergman, sempre in movimento, come il pensiero che la muove e la fa procedere per tappe. Grandi fotografie a cui corrispondono serie più piccole. Una scatola cinese di frame dentro a frame che sfocia in una postazione video, dove una sorta di cabina rende reale quel movimento che finora era suggerito ma centrale. Infatti è proprio il movimento che dipinge le immagini, giocando con la luce elettrica di fari, insegne, lampioni che creano scie luminose diverse. Apparizioni che si fanno bande di colore e modellazione plastica di forme e di sensazioni. Una frammentazione cinetica sullo sfondo nero del buio, che diventa luogo dell’anima e del pensiero. Non si sa dove Davies Zambotti ci porti, la sua esperienza è un coinvolgimento metaforico alla ricerca personale di se stessi, un pezzetto dopo l’altro. Tappe di tragitto, soste, ripartenze, verso un orizzonte che ci attende senza svelarsi. Come nella vita. Un viaggio esistenziale che guarda al mondo esterno come esperienza sensibile, ma che soprattutto si riflette in un’analisi psicologica. Accompagnano le immagini alcuni testi dell’artista, che diventano parte integrante del viaggio. Sono racconti e riflessioni formalizzate come una sceneggiatura, che declinano piccole cose quotidiane, sensazioni, ricordi. Una lunga poesia che arriva sino al video finale, dove forte esplode la nostalgia di qualcosa di inseguito e perduto, con un flusso di immagini e collage visivi intimi e simbolici, empatici e mai didascalici. |
Visioni personali e universali
di Monica Trigona “Scomodi Dialoghi” è il titolo sibillino della mostra e dell’installazione fotografica e video concepita dalla regista-fotografa lombarda. Una serie di scatti di medie e piccole dimensioni “raccontano” di paesaggi nebbiosi e notturni ove una patina impalpabile e onnipresente cela la realtà. Le velature delle immagini, in cui lo spettatore si specchia, paiono rivelare la precarietà della condizione umana. Zambotti si concentra su quegli spazi dove l’incertezza diventa habitat naturale e la cui fragilità è metafora di una condizione esistenziale. I suoi lavori, fortemente introspettivi e intrisi di memorie personali, risentono delle sue origini. Si possono infatti immaginare, al di là di quegli orizzonti sfocati, in cui qua e là si intravedono alberi e vaste radure, le risaie e le garzaie della Lomellina. Bagliori abbacinanti illuminano quel poco che è concesso vedere lasciando ad ognuno la possibilità di scrutare “tra gli interstizi del quotidiano” per dirla con l’artista. Una sala è occupata da una struttura in cui lo spettatore è invitato ad entrare, costretto in un ambiente piccolo ed intimo, per assistere ad un video diviso in due parti. Nella prima proiezione i protagonisti sono gli oggetti quotidiani, cose apparentemente effimere che diventano personaggi veri e propri di un copione calibrato sulla loro presenza. La seconda invece è la registrazione di varie vedute riprese da una macchina in viaggio. Il senso della ricerca, interno ed esterno, e che accompagna tutta l’opera, è reso più esplicito da una sceneggiatura scritta. Quest’ultima, poesia dai toni ermetici, arricchisce la visione di contenuti e di spunti, evocando quegli “scomodi dialoghi” che denominano la kermesse. La mostra, curata da Barbara Fragogna, direttrice dello spazio, rientra nell'ambito della prima edizione di Fo.To. Fotografi a Torino, e dura sino a sabato 28 luglio. |